Villa Matilda di Fedez
Il restyling sussurrato di una villa pieds dans l’eau intima ed elegante. La comfort zone vista lago dei “Ferragnez”, la coppia social che qui si protegge dal bailamme, celebrando un amore che resta.
C’è sempre un giorno zero nella vita. L’inizio del tutto, l’attimo che costruirà, un tassello alla volta, il “dopo”. È quello in cui la persona giusta fa la cosa giusta, nel momento giusto, più o meno inconsciamente. È il 2016, il rapper Federico Leonardo Lucia (per tutti Fedez) cita una strofa magica nella canzone Vorrei ma non posto: «Il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vuitton, e un collare con più glitter di una giacca di Elton John». In tutta risposta lei ricanta quella canzone e pubblica il video sul suo profilo social. Così ha inizio il corteggiamento della coppia, che insieme supera i 40 milioni di follower. Il resto è storia. Un matrimonio, due figli dalle chiome dorate, Leone e Vittoria, e in mezzo c’è sempre Matilda (perfino sull’altare, con tanto di coroncina e velo), il bulldog francese che ha segnato il momento zero dell’amore. Un inconsapevole cupido a quattro zampe che, dopo 13 anni, a fine luglio, è scomparso, e a cui i “Ferragnez” hanno reso omaggio chiamando la dimora sul lago di Como recentemente acquistata, Villa Matilda.
Il buen retiro di Chiara Ferragni e Fedez si trova a Pognana Lario, un borgo solitario dalle viette acciottolate, lungo la sponda orientale che va da Como a Bellagio, proprio di fronte alla villa di Clooney, Oleandra. Una location intima e solitaria che non rientra nei classici itinerari del lago.«Abbiamo scelto il lago di Como perché è un luogo in cui siamo andati spesso nei fine settimana e dove abbiamo trascorso bellissimi momenti», spiegano i proprietari. «Il vantaggio di una casa sul lago è quello di potersi immergere in un’altra dimensione a solo un’ora da Milano. La bellezza del panorama, la tranquillità sono perfette per ritagliarci momenti di relax in famiglia e con gli amici», aggiungono.
Il mandato ai progettisti, Filippo Fiora e Federico Sigali dello studio di architettura e decor 13.1, è chiaro:
«Realizzare una casa non solo bella esteticamente, ma anche funzionale alle nostre esigenze, sia per la suddivisione degli spazi che per gli arredi».
Si inizia così a progettare incorporando sensazioni, ricordi e dettagli in modo armonioso. E in tempi record: tre mesi e mezzo. Un lavoro logisticamente non semplice, considerando che qualsiasi cosa deve arrivare via lago. A piedi si accede solo attraversando un sentiero ripido e scosceso, ma non è possibile portare materiali. È un fortino isolato e inaccessibile.
Quando Fiora e Sigali arrivano a Pognana Lario, si trovano davanti un rifugio austero distribuito su una superficie di circa 470 metri quadrati suddiviso in 15 stanze. «Non c’era l’aria condizionata, nessuna connessione a internet, pochissime prese elettriche. Era una casa essenziale in tutti i suoi aspetti. Ovviamente l’abbiamo rivista totalmente, mantenendone intatto lo spirito». All’interno non ci sono molti punti luce, in salotto spuntano soltanto due applique. Forse i vecchi proprietari, una famiglia comasca originaria della zona che qui ha trascorso le vacanze per decenni, preferivano sfruttare al massimo la luce naturale che inonda la dimora dal mattino alla sera. Sono stati loro a demolire la vecchia villa originale, ricostruendo un nuovo volume molto semplice, razionale, volutamente privo di decori. Un edificio che è piaciuto subito alla nuova proprietà, non in cerca di fronzoli ma di una dimensione essenziale, sole a tutte le ore, spazi pieds dans l’eau.
Il corpo principale, che occupa circa 260 metri quadrati di superficie interna, è disposto su due livelli: al piano terra troviamo una zona giorno con la sala da pranzo, l’enorme living room, la cucina abitabile, una camera e i servizi. Da qui si può accedere direttamente al lago tramite una darsena sotterranea con zona di servizio. Al piano superiore, le camere da letto e i bagni. E poi ci sono la limonaia, il giardino, l’infinity pool.
La dimora originale ha uno spirito ascetico. Va razionalizzata, cambiando leggermente l’aspetto planimetrico per assecondare l’esigenza dei clienti. «Il salotto inizialmente era diviso in due parti da un grande camino centrale molto moderno. Era gradevole, ma toglieva spazio». La scelta più radicale in termini di layout è quella di eliminarlo, per disegnare una grande zona conviviale con otto porte finestre, dove una coppia di divani a C, disegnati su misura, accoglie amici e familiari.
Nell’infinity pool, pavimentazione in pietra di Luserna, sdraio in mogano di Unopiù della collezione C’est la vie, ispirata al mondo della vela e della marina.
Il giardino è contemporaneo, con incursione di elementi tipici delle ville storiche del lago, come statue e piccoli bossi. Nella darsena, pronto all’uso, c’è il motoscafo in legno Raviolo, nomignolo affettuoso con cui Chiara chiamava Fedez durante i primi anni della loro relazione. Nelle giornate di sole, quando si pranza all’aperto, la quiete immobile dell’acqua pervade lo spirito, e il tempo sembra essersi fermato. Alla piccola Matilda sarebbe piaciuto scorrazzare in giardino, specchiandosi nel luccichio intermittente del Lario. «Il cane ha un solo scopo nella vita: donare il suo cuore», scriveva Joe Randolph Ackerley. E qui, su questa sponda idilliaca, c’è un cuore con un papillon di glitter che batte ancora forte.
C'est La Vie
La freschezza dell’aria primaverile, il piacere della compagnia degli amici e un contesto elegante e raffinato sono la rappresentazione della vera gioia di vivere. Per questo la collezione Unopiù C'est La Vie è uno dei grandi classici dell’arredo di design da esterno.